Una bellissima storia che riguarda un gruppo di migranti, ragazzi venuti da terre molto lontane, e il cibo italico più amato e rivisitato del mondo: la pizza.
L’integrazione inizia dalla pizza
In questi giorni è fervente il dibattito migranti, con prese di posizioni della politica e di altri settori. Ovviamente, non si è qui per giudicare l’operato del Governo, solamente per riportare una bellissima storia di integrazione, accoglienza e condivisione che vede come protagonista un piatto della tradizione culinaria italiana, la pizza. Forse, è la prima pietanza che uno straniero assaggia nel Belpaese e nel suo Paese d’origine.
L’iniziativa è stata definita un modello virtuoso che agevola l’inclusione sociale e lavorativa e ha visto partecipi oltre dieci ragazzi africani. Il loro mentore e maestro è Gino De Carolis, professionista di grande esperienza con grande capacità comunicativa e soprattutto empatia.
Migranti studiano la pizza
Dalle prime nozioni sulle materie prime, impasto, stesura della pallina, farciture e fasi di cottura, questi ragazzi hanno appreso come preparare l’autentica pizza italiana. Potranno affinare le lezioni teoriche con il lavoro sul campo. Subito dopo questo corso, molti di loro hanno già trovato una occupazione. Sono tante località di villeggiatura italiane che cercano pizzaioli, così come è anche vero che specie nel Nord Italia, in pizzeria trovano lavoro tantissimi ragazzi africani. Gino De Carolis si è detto orgoglioso di dare una opportunità a questi ragazzi, tanto da suscitargli parecchie emozioni.
Uno degli ostacoli più ostici da dover affrontare è stato la difficoltà di comunicazione. Non tutti parlavano la lingua italiana, ma grazie alla loro buona volontà e all’impegno messo dai giovani per imparare, hanno affrontato tutte le lezioni e l’intero corso con molto impegno e partecipazione, cose che compensavano l’inesperienza nella materia. Tutti hanno raggiunto un ottimo grado di preparazione. Per un professionista del suo calibro, trasferire la propria conoscenza e la propria passione è stata, a suo dire, una esperienza indimenticabile che lo ha arricchito come uomo e come professionista.
Che cosa significa integrazione con la pizza
L’iniziativa si chiama “Oltre l’accoglienza: formazione e accoglienza” è stata realizzata dall’Associazione “Dante Alighieri”, organismo formativo accreditato alla Regione Puglia e capofila dell’Ats NoNeet Puglia, in collaborazione con il centro di accoglienza migranti “Casa del Sole”. Il primo corso si è tenuto lo scorso mese di giugno presso la Pizzeria Gli Archi di Pezze di Greco a Brindisi. Si tratta di un modello di accoglienza atto ad agevolare l’inclusione sociale e lavorativa dei cittadini extracomunitari richiedenti asilo in Italia, attraverso attività di formazione lavoro.
Il progetto rappresenta un passo avanti per l’integrazione degli immigranti che risiedono o intendono risiedere nel nostro Paese. Il tutto grazie al cibo, fonte di cultura e alla pizza, un piatto italiano che è ormai considerata pietanza universale. Che sia la strada giusta per una reale integrazione e assicurare condizioni di vita dignitose a donne e uomini extracomunitari, a patto che si impegnino sul lavoro e ad integrarsi socialmente.
Tutto questo per limitare i conflitti sociali e il clima di intolleranza, nonché azioni di propaganda che portano solo negatività. Un domani, magari, queste persone potranno diventare titolari di una loro attività e seguiranno un corso di Restaurant Business Coaching, allo scopo di avviare al meglio il loro business.