Quando si parla di trasporto ADR, si inquadrano tutte quelle situazioni in cui il processo di trasporto coinvolge merci pericolose. Se vuoi scoprire di cosa si occupano di preciso i trasportatori ADR e come è regolamentata la loro attività professionale, seguici nelle prossime righe.
Regolamento ADR: cosa prevede?
Il regolamento ADR è un testo normativo comunitario che fornisce delle linee guida specifiche relative al trasporto di merci pericolose. Il suddetto accordo contiene dettagli relativi all’imballaggio, ai contrassegni e al fissaggio del carico di merci pericolose sul mezzo di trasporto.
Entriamo ulteriormente nel dettaglio specificando che ADR è un acronimo e che può essere sciolto con i seguenti termini: Accord européen relatif au transport international des marchandises dangereuses par route.
Nonostante si parli di parole in francese, l’acronimo ADR viene utilizzato e compreso a livello internazionale. A quando risale la stipula dell’accordo? La firma è stata apposta a Ginevra nel 1957. L’accordo, però, è entrato concretamente in vigore undici anni dopo, ossia nel 1968.
Aggiornato a cadenza biennale, l’accordo ADR è stato oggi recepito da tutti i Paesi della Comunità Europea. Degna di nota è anche l’adesione da parte di Paesi extra europei, come per esempio il Marocco, la Tunisia e alcuni Stati dell’ex blocco sovietico.
Sulla base dei dati del 2017, l’accordo riguarda 48 Paesi. Seguici nelle prossime righe per scoprire i dettagli e le linee guida.
Cosa prevede l’accordo
L’accordo ADR, che fornisce riferimenti normativi specifici per il trasporto di merci pericolose, prevede che tutti i mezzi utilizzati per questo scopo siano in possesso di un apposito certificato attestante l’idoneità al trasporto di merci pericolose. Il suddetto certificato altro non è che il patentino ADR.
Il certificato in questione ha una durata di cinque anni. In caso di mancato rinnovo, va incontro a scadenza automatica. Ai fini del rinnovo, si richiede che i conducenti dei mezzi destinati al trasporto di merci pericolose frequentino un corso ad hoc.
Se un’azienda ha tra i suoi servizi il trasporto di merci pericolose, è tenuta ad avere tra i dipendenti almeno una persona edotta in merito alle disposizioni dell’accordo ADR.
Ricordiamo inoltre che, per quel che concerne i singoli mezzi destinati al trasporto di merci rischiose, la normativa prevede la presenza di specifici segnali. Tra questi, è possibile citare i famosi segnali di avvertimento di colore arancione. I conducenti devono essere in grado di maneggiare estintori e sono tenuti a essere in possesso di occhiali protettivi.
Cosa si intende per merci pericolose?
Dopo aver letto tutte queste specifiche, è naturale chiedersi quali caratteristiche abbiano le merci pericolose. La normativa prevede una suddivisione per classi che varia a seconda del rischio delle merci trasportate. Si parte dalla classe 1, che riguarda il trasporto di merci esplosive, e si finisce con la classe 9, alla quale è associata la dicitura “materie ed oggetti pericolosi diversi”.
Per aderire alla normativa europea, le aziende che si occupano di trasporto di merci pericolose devono dotare ogni mezzo di un apposito documento di trasporto. Su quest’ultimo devono figurare informazioni chiare grazie alle quali individuare facilmente sia la tipologia di merce trasportata, sia il grado di pericolosità.
Nel caso specifico del trasporto di rifiuti pericolosi, al posto del documento di trasporto si può utilizzare il cosiddetto formulario di identificazione del rifiuto. La classificazione dei rifiuti sulla base della loro pericolosità non è certo facile e il principale motivo è legato alla variabilità dei rifiuti stessi.
Alla luce di ciò, ci si distacca dalle classi sopra ricordate e si ricorre al cosiddetto metodo di preponderanza dei pericoli, che classifica i rifiuti assegnandoli a specifiche rubriche.